3829 recensioni a vostra disposizione!
   

PROFUMO DI DONNA Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 5 giugno 1975
 
di Dino Risi, con Vittorio Gassman, Agostina Belli, Alessandro Momo, Moira Orfei (Italia, 1974)
 

Il cinema comico è morto, forse perché siamo tutti ammalati di troppa serietà. La commedia brillante all'italiana dovrebbe essere uno degli ultimi sussulti di quel cinema. Sappiamo tutti come la vorremmo: graffiante o addirittura demolitrice delle infinite debolezze latine, sotto una comicità che può permettersi di superare i limiti: prerogativa anche questa dei latini. E sappiamo anche tutti com'è: spudoratamente venduta al sistema, alle leggi più volgari del commercio, della facilità, dell'ipocrisia.


PROFUMO DI DONNA ed altre opere precedenti della fertilissima carriera di Dino Risi che andrebbe forse riveduta meno affrettatamente, è un esempio di come la commedia italiana dovrebbe "almeno" essere. Bisogna intenderci: si parla qui di cinema commerciale, e di cinema popolare. Ma proprio per questa sua facoltà di giungere ad una plateainfinitamente vasta, un discorso sulla sua onestà è particolarmente importante. E PROFUMO DI DONNA mi appare come un film onesto, anche nei suoi momenti più deboli, come il finale napoletano, dove la tradizione del melodramma si stempera nei suoi significati peggiori. Perché il merito del film di Risi, sicuramente uno dei suoi migliori a tutt'oggi, è quello di risuscitare cinematograficamente il melodramma, inteso quinel suo significato più alto.


Risi ha avuto la fortuna di trovare Gassmann per interpretare il cieco del romanzo di Arpino (Il Buio e il Miele): ma anche Gassmann quella di trovare qualcuno che dominasse la propria intemperanza di mattatore del palcoscenico. Da questa unione è nato un momento indubbiamente autentico: l'arte di far ridere trattando di argomenti seri (pensate a Chaplin) l'abilità insolita di tradurre la tragedia in farsa, la crudeltà in gentilezza o in poesia. Si sente, dietro alle immagini di PROFUMO DI DONNA l'intelaiatura solida del romanzo di Arpino. Ma anche il rigore inappuntabile di un dialogo perfetto sul quale il regista dimensiona il proprio discorso formale con grande conseguenza. Il film diventa così un ritratto atrocemente giocoso di un individuo e, di riflesso, delle contraddizioni di tutta una società, una tradizione culturale costantemente in bilico fra il dramma e la commedia. Tutto questo, in un film popolare, non è poco: che poi PROFUMO DI DONNA non sia un capolavoro perfetto è evidente. Certi episodi (l'albergo delle monache a Roma) e certi cambiamenti di tono (le sequenze di Napoli) spezzano quello che era stato il merito maggiore del film, e cioè la stringatezza con la quale il regista era riuscito a limitare l'atroce esuberanza del personaggio di Gassman.


Ma non sono, in fondo che una conferma delle contraddizioni di cui sopra. Risi, a Cannes, disse che anche nel romanzo di Arpino il finale è tenuto volutamente su toni ambigui. Ma un conto è l'ambiguità fra le righe di un testo letterario, un'altra quella dettata dall'evidenza dell'immagine cinematografica.


   Il film in Internet (Google)

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda